Gli spiriti Nat e l’illusione dello spazio e del tempo

da | Feb 24, 2021 | DIARIO, ESOTERISMO, REALTÀ, SINCRONIE, VIAGGI | 0 commenti

Avete mai sentito parlare degli spiriti Nat? Neanch’io, almeno non prima di aver visitato la Birmania, odierna Myanmar. Beh, è normale, si pensa che sia un paese buddista dimenticandosi che il buddismo è andato a insediarsi in un posto che era già occupato dal culto animista della popolazione locale. Per farla breve, i Nat sono spiriti delle foreste il cui culto è ampiamente praticato in Birmania unitamente al Buddismo, un buddismo quindi farcito di animismo.

A Mandalay, un pomeriggio di febbraio di un paio di anni fa, io e la mia amica Silvia siamo appena uscite de un centro massaggi gestito da donne cieche quando, belle rilassate e senza piani particolari per la giornata, sentiamo una musica assordante provenire dalla strada di fronte a noi. Andiamo a vedere. Con nostro stupore ci troviamo di fronte a uno spettacolo assai bizzarro. Una vera e propria banda suona e martella come non mai su strumenti e tamburi, i membri di ogni età sembrano felicissimi di vederci e felicissimi in generale. Al di là della banda, uomini, donne e travestiti ballano al ritmo della musica indossando indumenti coloratissimi e cerimoniali. Il tutto dal soggiorno aperto sulla strada della casa di qualcuno. Siamo stordite e rimaniamo a guardare. Comincio a scattare foto come un’ossessa. Ovviamente ho subito il sospetto che si tratti di qualche rituale. Dopo un po’ non resisto e vado a chiedere, nessuno e dico nessuno parla inglese, ma neanche di striscio, finché arriva una donna che ci invita a entrare. Veniamo accolte con entusiasmo da tutti, tutti ci vogliono dare qualcosa: frutta, acqua, succhi, bibite. Tutti ci sorridono. Capiamo subito che questa cerimonia non c’entra niente con il buddismo ma ha a che fare con gli spiriti Nat, di cui avevamo sentito parlare nei giorni precedenti.

Tutti i presenti sono rapiti e pendono dalle labbra degli attori-ballerini che capirò poi stanno canalizzando gli spiriti dei Nat. A questo punto arriva lo sciamano, una vera e propria visione, un signore sulla sessantina, ricoperto di vesti cerimoniali rosse, bianche e dorate, con una collana di perle a quadruplo filo al collo, banconote di denaro che pendono da tutte le parti e due bottiglie di whisky in mano che versa direttamente nella bocca degli astanti, e visto che c’eravamo anche noi, anche a noi. Mi sento un po’ brilla, non solo per l’alcol ma anche per tutta la musica e l’entusiasmo di poter vivere un evento del genere dal vivo. Le persone, i costumi, le offerte, le decorazioni, il frastuono, tutto contribuisce a uno stato estatico. A un punto, non so bene come, chiedo se posso ballare e ballo lì davanti allo sciamano, in presenza dei Nat, davanti a persone sconosciute. Non so quanto sia durato, non ricordo cosa ho fatto, ricordo solo la sensazione piacevole di averlo fatto.
E quasi due anni dopo, eccomi qui nel mio piccolissimo paese natale in Italia a scorrere le foto scattate negli ultimi anni da selezionare per questo sito web. Mi imbatto nelle foto della cerimonia dei Nat. Sorrido e subito dopo ho un cruccio ‘Ma ho fatto bene ad alzarmi e ballare durante il rituale?’, ‘Ma chi sono questi Nat? Cosa ne so io veramente?’, ‘Non sarà stato un moto dell’ego? Un desiderio di fare vedere quello che so fare?’, tutte domande che mi avevano già sfiorato soprattutto da quando mi sto dedicando alla Danza sacra, dove la conoscenza e il rispetto sono elementi chiave del ballo e del lavoro. Un po’ impensierita decido di passare ad altro anche se le domande rimangono in sospeso.
Il giorno dopo, mio padre, mia zia e io, armati di buona volontà, partiamo per l’operazione shopping natalizio. È una di quelle giornate in cui sono di splendido umore, mi stupisco di tutto e sono contentissima di scorrazzare per la campagna del magentino con queste due persone che amo profondamente. Una delle nostre tappe è la libreria locale dove ognuno deve andare alla ricerca di qualcosa. Trovo i regali per mio fratello e mia cognata, insieme all’agenda per l’anno nuovo. Sono a posto. Ho trovato tutto lì, nel raggio di due metri quadri, non mi sono spostata, non sono andata nelle altre stanze. Ad un certo punto alzo lo sguardo in alto sull’ultimo scaffale sotto il soffitto e vedo disposto dal lato della copertina un libro che riporta una figura colorata. Comincia a battermi il cuore, mi avvicino, mi alzo sulle punte perché quasi non arrivo a prenderlo e lo tiro giù. È un libro che si intitola Le carte dei Nat, voglio dire LE CARTE DEI NAT? Ma che ci fanno qui le carte dei Nat? Sono emozionatissima, vado nell’altra stanza perché mi scendono le lacrime agli occhi. Ho ricevuto la risposta alle mie domande e non ci posso credere. Ovviamente le compro subito.

Il bellissimo libro ‘Le carte dei Nat’ e le costellazioni familiari di Selene Calloni Williams e le colorate carte disegnate da Luigi Scapini.

Coincidenza? Sì, certo può essere una coincidenza, due eventi che solo casualmente o incidentalmente hanno a che fare l’uno con l’altro ma che in realtà non hanno niente a che vedere tra loro, oppure può essere una sincronia, una coincidenza significativa dove lo spazio e il tempo si rivelano per quello che sono: un’illusione. Si tratta di avvenimenti che avvengono nella realtà esteriore ma che hanno una corrispondenza significativa con un’esperienza interiore. Sincronicità significa trovarsi nel posto giusto al momento giusto per ricevere le giuste informazioni.

In tutti questi anni in cui ho frequentato gli ambienti spirituali ed esoterici mai e poi mai ho sentito nessuno nominare i Nat. Non sono pervenuti. Non li conosce nessuno, o quasi nessuno. In tutte le librerie esoteriche che ho visitato in giro per il mondo non ho mai visto un solo libro che parlasse dell’argomento. E me li ritrovo nella libreria di una cittadina di provincia, una libreria dove alcuni anni prima non ero nemmeno riuscita a trovare un libro sulla vita dei santi da regalare a mia madre. Li ritrovo lì il giorno dopo che mi chiedo se avessi fatto bene a ballare per loro, il giorno dopo aver chiesto chi fossero veramente. Il giorno dopo aver domandato di un evento accaduto due anni prima a migliaia di chilometri di distanza.

Può essere una coincidenza certo, ma siccome ho deciso di vivere in un mondo magico, per me è un avvenimento magico, è una risposta diretta, è la sensazione di fare parte di un universo che risponde alle mie domande, di non essere una pedina separata dal tutto sballottata di qua e di là in balia delle intemperie. Partecipo al gioco e mi diverto e mi emoziono, piango e rido. Attraverso questa sensazione di unione, riduco lo spazio tra due punti di coscienza cancellando l’illusione della separazione tra me e le persone, gli oggetti, le cose, i posti.

Sono io che decido di vivere in un mondo magico e la vita mi restituisce continuamente questo mondo. E più lo osservo, più lo noto e più si espande nella mia vita, come l’invisibile elettrone all’interno dell’atomo che poi compare esattamente nel punto in cui l’osservi.

L’atomo è composto dal 99,99% di spazio vuoto o energia e dallo 0,01% di particelle o materia, ci sarebbe da chiedersi perché allora concentriamo il 99,9% della nostra attenzione sulla materia e solo lo 0,01% sull’energia. La risposta è che siamo stati condizionati fin da quando siamo nati a fare così, a credere di aver bisogno dei sensi per percepire la realtà e che se qualcosa non può essere visto, udito, sentito, odorato, toccato o gustato, allora questo qualcosa non esiste.

Sono prospettive e la nostra prospettiva costruisce la nostra realtà costantemente. Se cambiamo prospettiva, cambiamo la nostra realtà. Provare per credere. Per me questo episodio è stato un’ulteriore conferma dell’inganno della separazione. Ora mi domando se non sia stato proprio quell’episodio a far nascere dentro di me la passione per la Danza sacra. I Nat mi hanno strizzato l’occhio e io sorrido, ringrazio e rispondo, anche grazie al bellissimo libro che mi ha trovato e che mi permette ora di approfondirne la conoscenza.

La vita è dunque una questione di prospettive, c’è chi pensa che sia tutto un grande caos, che tutto avvenga per caso, c’è chi crede nelle sincronicità e in un mondo magico. Sono tutte ipotesi valide perché dipendono dal nostro punto di vista. Ma la vera domanda è: chi si diverte di più?

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